“Sono inclusivo, però…” - Pregiudizi, stereotipi e bias

Se doveste dire in percentuale quanto siete inclusivi, direste di esserlo al 100% senza esitazioni?

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“Sono inclusivo, però…” - Pregiudizi, stereotipi e bias

Se la risposta è sì, forse non siete stati completamente sinceri. Nella vita di tutti i giorni, e quindi anche nella vita professionale, siamo influenzati da bias, pregiudizi e stereotipi. E quando si tratta di D&I, lo siamo ancora di più (anche e soprattutto inconsciamente!).
Diverse organizzazioni, infatti, credono erroneamente di essere inclusive semplicemente perché non manifestano episodi di discriminazioni evidenti, e invece non sanno che potrebbe esserci un grosso lavoro di sensibilizzazione e consapevolezza da fare all’interno della propria popolazione.

Prima di tutto però, chiariamo cosa si intende per pregiudizi, stereotipi e bias e sulla sottile differenza tra questi concetti:

La situazione diventa problematica quando organizzazioni e persone possiedono bias così radicati da non rendersi conto dei propri comportamenti.
Facciamo qualche esempio:

Situazioni di questo tipo potrebbero essere infinite: sono proprio esempi che riflettono atteggiamenti tipici di chi, pur non essendo esplicitamente e volontariamente, potrebbe inconsapevolmente perpetuare disuguaglianze.


Qual è il principale pericolo che le organizzazioni corrono nel non agire su bias, stereotipi e pregiudizi?

Innanzitutto, potrebbero creare disuguaglianze esplicite all’interno dei team e dell’azienda: una manager competente relegata a ruoli marginali, un venditore straniero scartato in una selezione dando per scontato che i clienti non lo comprerebbero, un dipendente dichiaratamente omosessuale emarginato perché considerato poco serio e appariscente.

 

Oltre a ciò, la soddisfazione delle persone e la capacità di affrontare problematiche in maniera differente potrebbero venire a mancare, a favore di una visione univoca, non innovativa e poco sfidante.

Cosa succede, infatti, alle organizzazioni che potremmo considerare “inclusive”? Troviamo manager eccellenti, team altamente preparati, un clima positivo. E le organizzazioni riescono a valorizzare idee e spunti che spesso innovativi e diversi, permettono di raggiungere migliori risultati e performance.


Non è un processo semplice e potremmo anche dire che è un vero e proprio un passo nel vuoto delle organizzazioni valutare la propria inclusività… ma è il modo per essere consapevoli dei propri limiti in un mondo che evolve continuamente e che ha bisogno di persone flessibili e aperte, prima ancora che di organizzazioni innovative.

Basti pensare che persino secondo l’ultimo studio di McKinsey sulla diversità (Diversity Matters Even More), team inclusivi permettono di raggiungere il 9% in più di performance rispetto alle medie di mercato.

La Diversity & Inclusion diventa così il motore trainante di un successo duraturo e significativo.